Imprimatur installa la prima OMET KFlex nel Sud Italia

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Imprimatur Group, azienda leader nel settore della stampa con sede a San Ferdinando di Puglia, affonda le sue origini nella tradizione artigiana ed è oggi un family business dalla forte impronta “rosa” e dall’amplio portafoglio di servizi che la configurano come una cittadella della stampa. Attenzione per le nuove tecnologie e sguardo imprenditoriale futuristico sono le chiavi di lettura per un’analisi contemporanea e sempre aggiornata del mercato: lo racconta Anna Miulli, Amministratore Delegato, responsabile risorse umane, commerciale e psicologa.

Dott.ssa Miulli: quando, dove e da chi è stata fondata la vostra azienda?
Imprimatur Group srl è la versione 2.0 di una family business. Nasce dalla passione e dalla maestranza di un autentico artigiano, Francesco Miulli, che nel lontano novembre del 1976, nella cittadina di San Ferdinando di Puglia, una piccolissima comunità della provincia di Bat (Barletta-Andria-Trani), con coraggio e determinazione ha aperto una tipolitografia. La storicità della tradizione si è trasformata in realtà strutturata seguendo le esigenze del mercato e la smisurata voglia di crescere della proprietà. Oggi possiamo affermare con soddisfazione che Imprimatur Group srl è una family business a tutto tondo.

Quali sono state le fondamentali fasi di sviluppo dell’azienda dalla fondazione ai giorni nostri?
L’azienda si è evoluta seguendo le tendenze contestualizzate del mercato. Le fasi fondamentali di sviluppo sono coincise con l’implementazione di nuovi settori di produzione che hanno reso l’Imprimatur Group srl un punto di riferimento sul territorio come una vera e propria cittadina della stampa. L’inserimento del settore della cartotecnica, congiuntamente a quello della nobilitazione della stampa, hanno permesso di ampliare gli orizzonti lavorativi in modo notevole. Ma la vera svolta è giunta con l’approccio al mondo della stampa flessografica.

Che dimensioni ha oggi l’azienda?
Attualmente l’azienda è in una continua fase di espansione. La sede resta radicata in quel territorio che ha visto nascere la nostra realtà lavorativa e che ha permesso negli ultimi decenni una proliferazione dei volumi di affari nonché degli utili. Il numero dei nostri collaboratori è cresciuto in modo esponenziale così come la superficie in metri quadri dell’area produttiva.

Quali sono i valori guida della gestione odierna, a forte impronta femminile?
I valori portanti alla guida dell’attuale gestione sono la flessibilità e la parità dei diritti. La forte impronta al femminile ha permesso l’instaurarsi di una leadership che mira all’ottimizzazione dei processi produttivi garantendo quella flessibilità che minimizza le differenze di genere e che punta alla massimizzazione della produttività del singolo. Le numerose quote rosa all’interno della nostra realtà conferiscono alla nostra azienda un aspetto “umano”, dove il problema del singolo diventa il problema di tutti e dove le relazioni assumono un ruolo preponderante, in grado di influenzare positivamente lo stato di benessere del singolo e, di conseguenza, la sua produttività.

Quali sono i principali prodotti/servizi che offrite e come siete organizzati internamente sotto il profilo produttivo?
Imprimatur Group è una vera e propria “cittadella della stampa”. Verso l’esterno vanta una rete commerciale che segue ciascun cliente in ogni singola fase lavorativa: dall’analisi della richiesta alla progettazione grafica, per giungere alla stampa e alla consegna finale del materiale. Questo consente l’instaurarsi di un rapporto di fiducia interpersonale, alimentato dalla costante presenza dei nostri agenti e dalla loro preparazione tecnica. Internamente invece, esistono tre macro aree di produzione tutte coordinate da un reparto di prestampa altamente specializzato in base ai segmenti del mercato (il mondo del food piuttosto che quello dell’editoria o quello del packaging) che insieme, come una grande catena composta da singoli anelli, operano in modo circolare per portare a termine le varie fasi di lavorazione.

Come è venuta a conoscenza delle macchine OMET e quando ha deciso di investire in questa tecnologia?
La realtà OMET è difficilmente sconosciuta a chi è del settore. La scelta di indirizzare la nostra attenzione verso le tecnologie OMET è stata dettata dal desiderio di affidarci ai migliori produttori sul mercato di macchine da stampa flessografica per garantire il più alto livello qualitativo che il mercato possa offrire ed esser certi di aver soddisfatto in pieno le aspettative di ciascun cliente.

Quale macchina OMET ha catturato la vostra attenzione e perché l’ha ritenuta più adatta rispetto ad altri produttori che ha preso in considerazione?
La nostra avventura con il gruppo OMET nasce con l’acquisto di una macchina FLEXY 330 per etichette a bobina. Una vera e propria “risorsa dalle potenzialità sorprendenti” che ci ha permesso di affacciarci, confermarci e consolidarci come stampatori nel mondo della stampa su bobina. Ma le esigenze del mercato sono in continua evoluzione. Dopo un’attenta analisi delle tendenze produttive odierne, Imprimatur group ha deciso di acquistare una KFLEX e di portare questo autentico gioiello di ingegneria meccanica per la prima volta nel centro sud d’Italia. La qualità della stampa, le tempistiche e la solidità strutturale di ciascuna macchina rendono le attrezzature OMET scevre da ogni forma di comparazione con altri competitor presenti nel mercato.

Quali sono le aree sulle quali ritiene più importante investire in questo momento? Come vede l’evoluzione del mercato nel prossimo futuro?
Il nostro mercato produttivo è strettamente legato al nostro territorio e per il momento limitato ai confini nazionali. La nostra è una terra ricca, la definirei quasi strategica. Concilia al proprio interno vari settori produttivi che spaziano dal mondo dell’agricoltura a quello del food, dal turismo alla cultura. Settori multipli e sfaccettati che ci danno un bel da fare. Con l’arrivo della nuova macchina speriamo tuttavia di crescere ed affacciarci con professionalità a tutti quei mercati che richiedono prodotti flessibili con un incremento produttivo già a breve termine. Il nostro istinto ci porta senza dubbio ad approcciarci in futuro verso il mondo dei supporti plastici.

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