Be Packaging, la crescita non si ferma: installata una OMET XFLEX X7
Situata a Benevento, la Be Packaging è di recente fondazione ma è già realtà d’eccellenza nel mondo delle etichette e delle sleeve. Partner di OMET dal 2009, ha recentemente installato una OMET XFLEX X7 per ampliare il proprio mercato, puntando su qualità di stampa, velocità, e affidabilità. Una strategia che ha portato ad una crescita costante e sostenuta, che non si è fermata nemmeno per la pandemia. Ce ne parla Giacomo Romano, Amministratore Delegato dell’azienda, in questa intervista.
Dott. Romano, come nasce la vostra società? Quali le tappe del suo cammino di sviluppo?
La Be Packaging nasce nel 2016, ma produciamo etichette da quasi 20 anni. Il nostro etichettificio è il frutto di una strategia di verticalizzazione messa in atto all’interno del gruppo industriale operante nel settore oleario.
Successivamente abbiamo deciso di distinguerci nel mondo della produzione di etichette e nel 2016, si è proceduto ad uno spin-off del ramo packaging con la convinzione di aver acquisito tecnologia e Know how sufficienti per poterci aprire all’esterno. Soprattutto negli ultimi tre anni, siamo cresciuti costantemente acquisendo clienti di altri settori di rilievo nazionale. L’incremento è stato di notevole importanza: da un fatturato nel 2016 di 3 milioni di Euro siamo oggi ad un fatturato di oltre 10 milioni di Euro che ci colloca nel mondo della media impresa.
Su quali prodotti vi siete concentrati?
Be Packaging si è immediatamente presentato al mercato come uno dei gruppi di riferimento per il labeling a livello nazionale, specializzato nel packaging, dalla produzione di etichette autoadesive in bobina, etichette shrink sleeve, fino ad etichette di design e di lusso. Nel 2019 abbiamo acquisito Unilabel, nota azienda leader nella produzione di etichette personalizzate per bottiglie per il vino, la birra, l’olio ed i cosmetici. Unilabel rappresenta la sezione di produzione per etichette luxury del gruppo.
Oggi come siete organizzati sotto il profilo produttivo? Quali sono le vostre principali linee di prodotto?
All’interno dei nostri stabilimenti produciamo etichette autoadesive, sigilli di garanzia, etichette apri e chiudi, etichette IML, etichette in carta e colla, Sleeve termoretraibili e capsule in alluminio. Disponiamo delle migliori attrezzature per la stampa flessografica, con lamina a caldo, a freddo, verniciatura UV, plastificazione, stampa in rilievo serigrafica, embossing, debossing e offset digitale. Le nostre tecnologie di stampa all’avanguardia permettono la produzione di piccole e medie tirature con tempi di consegna brevissimi. La divisione luxury, guidata da Unilabel, realizza (grazie a particolari tecniche di nobilitazione) etichette con carte esclusive sensoriali, etichette con applicazione di strass dotati di una lucentezza simile al diamante e particolari etichette metalliche e in velluto. Siamo inoltre dotati di un efficientissimo sistema di prestampa interno capace di supportare ogni eventuale esigenza di carattere grafico.
Sotto il profilo commerciale, come vi muovete verso i vostri clienti?
Il servizio è il nostro credo. Il nostro è un settore altamente competitivo, in Italia ci sono più di 500 etichettifici, ma non riteniamo che la strategia giusta sia la “leva prezzo”. Continueremo a crescere acquisendo ancora quote di mercato solo puntando sul servizio al cliente: il nostro focus sono puntualità delle forniture, preventivi in 24 ore, consegna in 5 giorni lavorativi, servizio grafico che va dallo sviluppo dell’etichetta alla stampa e, ovviamente, la qualità del prodotto.
Qual è il vostro vantaggio competitivo?
Puntualità, velocità, e affidabilità. Abbiamo a cuore la gestione dell’intero processo, dalla stampa alla personalizzazione del prodotto.
Puntate molto anche sull’innovazione. Avete anche un centro di ricerca vostro, esatto?
Sì, il CRIPACK. Il nostro centro di ricerca è specializzato nello sviluppo di packaging innovativo ed è costantemente impegnato in diversi progetti. Siamo sempre pronti a soddisfare le esigenze dei nostri clienti in termini di processo, ma anche e soprattutto di sostenibilità ambientale. Siamo da sempre attivi sia nell’analisi che nel successivo utilizzo dei migliori materiali, valutiamo e scegliamo con estrema cura materie prime ecosostenibili. Abbiamo inoltre una convenzione con la Facoltà di Ingegneria dei Materiali di Fisciano, avanguardia in Italia in questo campo. Ci preoccupiamo della natura e dell’ecologia in tutte le sue sfaccettature; prediligiamo l’utilizzo di composti riciclabili e naturali: produciamo infatti etichette sleeve biodegradabili.
È un trend molto forte nel mercato…
Consideri che produciamo bottiglie in PET già 100% riciclato.
Il film termoretraibile per le sleeve in PLA rappresenta una nuova tecnologia derivata da fonti vegetali rinnovabili ed economicamente sostenibile che sostituisce le tradizionali etichette termoretraibili. Le etichette sleeve e le fasce antimanomissione realizzate in PLA sono un’opzione eco sostenibile. L’acido polilattico è ottenuto dal mais o da altre fonti di amido/zucchero. Questo film è un materiale biodegradabile al 100%.
A quali mercati vi rivolgete e quali prospettive di crescita vedete per il futuro?
Attualmente siamo concentrati sul mercato italiano; stiamo pian piano costruendo una rete di vendita estera. Lavoriamo soprattutto con clienti dei Paesi del Nord Africa, Francia, Svizzera, Germania, Polonia e Grecia. Adesso stiamo puntando su mercati “specifici” per le nostre specializzazioni come la penisola scandinava per gli esportatori di “vino”, la Scozia dove operano molti produttori di spirits e la Russia.
Recentemente avete installato una OMET XFLEX X7. Come nasce la vostra collaborazione con OMET?
La partnership con OMET nasce ben prima della Be Packaging. La prima OMET Flexy fascia 330 è del 2009. Da quel momento abbiamo avviato un processo di sviluppo produttivo organizzativo e tecnologico che ha portato alla OMET X7. Questa attrezzatura d’avanguardia ci permette di offrire ai nostri clienti una qualità altissima e un miglioramento del servizio in termini di velocità, con l’obiettivo di aggredire anche nuovi mercati nella fascia media dove col parco macchine precedente non eravamo competitivi.
Cosa vi ha spinto a scegliere ancora OMET?
Abbiamo scelto OMET perché avevamo già un rapporto consolidato con l’azienda e sperimentato la loro tecnologia: la Flexy ci ha dato grandi soddisfazioni ed è ancora utilizzata, basta questo per descrivere l’affidabilità della tecnologia OMET. Inoltre, seppur grande, OMET è sempre molto vicina al cliente.
Riguardo la X7, siete soddisfatti della scelta fatta a livello di performances e di servizio?
Sì. Abbiamo installato la X7 a gennaio e completato le operazioni di formazione e collaudo a marzo; in questi due mesi abbiamo avviato produzioni soprattutto di sleeve e i risultati sono più che soddisfacenti.
State già valutando ulteriori investimenti per il vostro parco macchine?
Il mercato è in continua evoluzione ed è molto cambiato per effetto della pandemia. In questa fase stiamo osservando l’andamento e cercando di prevenire gli effetti negativi. Con la X7 entriamo in mercati come il food&beverage e il pharma, che erano il nostro obiettivo. Una volta saturata la capacità potremo, perché no, valutare nuovi investimenti. Oggi abbiamo in casa tecnologie diverse, vediamo quale sarà la risposta del mercato.
La pandemia vi ha messo in crisi?
Lavoriamo al 90% per il mercato della GDO, quindi a livello produttivo e organizzativo non abbiamo risentito particolarmente dei lockdown. Ho notato però due effetti in controtendenza. Nel primo lockdown c’è stato un calo produttivo generalizzato, mentre noi abbiamo incrementato le vendite trainati dalla GDO che ha fatto numeri pazzeschi, ora invece il mondo si sta attestando sui livelli normali nonostante le chiusure.
E’ chiaro che uno dei settori che ha maggiormente risentito delle chiusure è stato l’ Ho.re.ca ed aspettiamo con grande fiducia la ripresa di questo settore che riteniamo strategico per il sistema paese. Credo che, seppur lentamente, stiamo piano piano ritornando sui livelli ante pandemia.
Come vede il futuro?
E’ chiaro che siamo stati e siamo di fronte ad uno scenario fortunatamente unico per gli effetti che ha generato. Tuttavia credo che tutto il sistema stia ripartendo: con la fine delle chiusure imposte dalla pandemia ci sarà una graduale ripresa di tutti i settori e soprattutto dell’Ho.re.ca, settore che, visto quanto ha patito, faticherà un po’ più degli altri a ritornare sui livelli ante pandemia. Tuttavia siamo molto fiduciosi che ciò avvenga: l’accelerazione del piano vaccinale farà sì che si ritorni presto ad una “vita normale” e l’Italia ripartirà come ha sempre fatto.