Un gioiello nato tra mille difficoltà: Future Label, l’innovazione che muove il Sud

Stories of excellence

Avviare una start-up non è facile. E’ una sfida continua, per guadagnarsi la fiducia degli investitori e superare difficoltà pratiche e burocratiche. Ma l’entusiasmo e la passione di Benedetto Auletta, 31 anni, titolare della Future Label, dimostrano che un atteggiamento positivo e la scelta dei giusti partner aprono la strada verso il successo. Il suo etichettificio situato in Basilicata, vicino a Matera, in pochi mesi è riuscito a far breccia nel mercato con i prodotti realizzati dalla OMET iFlex 370. “Punto tutto sull’innovazione – ci racconta in questa intervista – dai prodotti eco-sostenibili agli inchiostri speciali, garantendo una qualità superiore grazie alle possibilità offerte dalla macchina OMET”.

Dai locali vuoti alla produzione in pochissimi mesi: com’è iniziata la storia della Future Label?
L’idea è nata circa due anni fa, alla Labelexpo Europe di Bruxelles. Io e mio padre abbiamo visitato lo stand OMET, il più grande, luminoso e bello di tutta la fiera. Abbiamo fatto alla OMET una richiesta impossibile… e invece nel giro di una settimana siamo stati contattati con una proposta che ha permesso la nascita della Future Label. La strada però era ancora in salita, come per tutte le start-up: soprattutto al Sud, è difficile trovare chi ti dia fiducia, abbiamo avuto difficoltà perfino con la linea telefonica, l’allaccio idrico e la corrente. Spesso si parla di incentivare i giovani ma pochi sono disposti a farsi carico del rischio. A novembre abbiamo trovato finalmente degli investitori e da marzo 2019 Future Label è attiva, in produzione con la OMET iFlex 370. Stiamo già avendo un ritorno: la qualità di un prodotto OMET è stata subito notata dal mercato.

Come mai ha deciso di avviare l’attività proprio in questo settore?
Mio padre ha un’esperienza trentennale nella stampa etichette, aveva una ditta in proprio. Io sin da bambino sognavo di lavorare nel mondo della stampa perché mi sono sempre piaciuti i colori. Ammiravo l’impegno di mio padre sul lavoro e apprezzavo le soddisfazioni che arrivavano: eravamo una delle prime aziende in Basilicata, se non l’unica, a fare questo mestiere. Ricordo la vostra rivista che arrivava in azienda e ricordo le macchine OMET sempre un passo avanti alla concorrenza. Le vedevo grandi, lunghissime e pensavo “un giorno ne avrò una anch’io”. Ora la sua azienda ha chiuso, aveva macchinari vecchi e non poteva offrire la qualità e l’innovazione su cui io sto puntando con Future Label. E lui mi aiuta nella nuova avventura.

Ha quindi deciso di seguire le orme di suo padre per passione, non per dovere…
Sì, e lui ne è molto contento. Mi sono laureato in economia e commercio e ho fatto qualche anno di esperienza in un’altra azienda, prima di avviare la mia attività. Non ho avuto finanziamenti, abbiamo fatto tutto io, la mia famiglia e un amico. Per avviare la produzione in tempi brevi, abbiamo sistemato i locali grezzi con le nostre mani e con il meglio che potessero offrire le aziende del posto.
Penso sia giusto riscoprire le proprie origini e salvaguardare la storia, l’artigianato: queste sono piccole e medie imprese che a me piace definire “artigiane” perché c’è ancora una lavorazione manuale delle etichette. Offriamo massima flessibilità ai nostri clienti e siamo disposti a personalizzare i prodotti, non è tutto standardizzato e automatizzato.

Qual è il vostro mercato di riferimento e su cosa puntate per differenziarvi?
I settori sono alimentare, farmaceutico, cosmetico, in parte vinicolo anche se in quest’ultimo dominano aziende molto specializzate. Io non voglio fare guerre dei prezzi: stiamo puntando tutto sull’innovazione, sui prodotti eco-sostenibili, inchiostri speciali e tutto quello che il mondo OMET ha da propormi. Solo prendendo nuove strade posso sperare di competere con i nostri concorrenti locali, affermati da anni.

Come sta rispondendo il mercato?
Sta apprezzando molto le innovazioni che proponiamo. Inizialmente alcuni sono restii, fanno fare dei piccoli lotti, ma poi vedono che la qualità è superiore e i prezzi corretti, quindi iniziano a fidarsi. Per far breccia nel mercato, stiamo avviando collaborazioni con alcune cartiere che ci mettono a disposizione materiali innovativi da proporre al cliente, e siamo disponibili ad effettuare prove di labeling e packaging sui prodotti da scaffale per vedere cosa gradisce l’utilizzatore finale. Per il momento abbiamo clienti italiani, ma stiamo aprendo all’estero con commesse in Europa e in Medio Oriente.

Come è organizzata la produzione?
La produzione è molto flessibile: il fabbisogno nella nicchia dei prodotti innovativi non è ancora così alto e posso affrontare i picchi di richieste con la massima flessibilità e tempi brevi. Gli unici problemi, o ritardi, possono arrivare dalla logistica in entrata, perché siamo distanti dalle cartiere e da chi fornisce il materiale per la stampa, ma riusciamo a compensarli.

Perché ha scelto una OMET iFlex?
Abbiamo scelto una OMET iFlex 370 a 8 colori con barra di ribaltamento, laminazione, cold foil e montaclichè. E’ una macchina accessibile alle mie disponibilità, ma soprattutto capace di dare bellissime soddisfazioni: è estremamente versatile, stampa con precisione e ti fa “divertire”: puoi modificare ogni colore in tempo reale, fare prove e rifarle, la gestione è ottima, facile e intuitiva. La consiglierei a molti, e non nascondo che a breve vorrei fare il raddoppio. E’ una macchina d’oro.

Quali vantaggi ha, a suo avviso, la tecnologia OMET?
Ho avuto subito un feedback molto positivo da un cliente che non riusciva ad ottenere le sue etichette in tempo dagli altri fornitori. La macchina è così veloce e precisa che si nota la differenza con i concorrenti, non solo per la velocità di produzione ma anche per la qualità e la brillantezza dei colori. Non ho necessità di usare vernici per rendere più brillanti i prodotti e questo piace perché non hanno problemi di lotti e scadenze. Mi rendo conto di offrire un prodotto che già al primo impatto si presenta 10 volte superiore alla concorrenza.

E’ soddisfatto del servizio OMET?
Tutti sono gentilissimi e preparati. Ho avuto un problema di assistenza ed è stato risolto in meno di 24 ore, di sabato. Sono soddisfattissimo, ma ne ero certo: grazie all’esperienza di mio padre, sapevo di potermi fidare e che OMET sarebbe stato un ottimo partner con lavorare. Una coincidenza

 

simpatica: durante i lavori ho dipinto le pareti di grigio, e neanche a farlo apposta è lo stesso colore della macchina OMET!

Tornando indietro, e conoscendo le difficoltà di avviare una nuova attività, lo rifarebbe?
Sì, perché mi piacciono le sfide. Mi piace proporre cose nuove ai clienti e convincerli a scegliere me perché sto dando un servizio che i concorrenti sono restii ad offrire, per i costi elevati o per il rischio di proporre materiali innovativi. Ho un paio di clienti importanti che vogliono puntare sui materiali eco-sostenibili, e questo mi ha dato delle garanzie da offrire ai fornitori. Ogni giorno è una sfida, ma sto costruendo qualcosa di mio e per un giovane di 31 anni è già tantissimo.

Future Label: cosa vede nel futuro della sua attività?
L’etichetta sarà sempre presente sul mercato, ma non sarà più una classica etichetta. L’innovazione è sempre più veloce, non solo nei materiali ma anche nella struttura dei prodotti: si parla già, ad esempio, di microchip incorporati. OMET è in prima linea sulla ricerca e sviluppo, e io voglio stare al suo passo perché il cliente va sempre accompagnato ad offrire il meglio all’utente finale. Voglio essere un fornitore che lo stimola a provare cose nuove per migliorare la sua offerta. L’attenzione va mantenuta alta sui cambiamenti di mercato, e so che posso contare su OMET per l’assistenza sui materiali e per un aiuto in qualsiasi altra necessità.
Il mio sogno, se avrò anche l’appoggio delle istituzioni, è di far crescere il mio etichettificio fino a creare un polo di produzione locale, per creare lavoro nella nostra regione. Mi piacerebbe scegliere il Sud per gli approvvigionamenti, creare un deposito, insomma creare lavoro. Mi devo impegnare a crescere perché se cresco io, cresce anche ciò che ho intorno. E ce la metterò tutta.

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