Eti.Vibra: con la OMET iFlex un salto di qualità ed efficienza
Versatile, veloce e semplice da usare: la linea da stampa OMET iFLEX 370 installata da Eti.Vibra nel 2016 e rinnovata nei mesi scorsi con un nuovo modello, ha permesso all’azienda campana di crescere in termini di numeri e soprattutto di efficienza. L’aumentata capacità produttiva, la qualità del prodotto e l’attenzione al cliente hanno permesso all’azienda di affermarsi sempre di più tra i leader del mercato delle etichette nel Sud Italia. “Un investimento che avremmo dovuto fare prima” dichiara il titolare Vincenzo Brancaccio in questa intervista.
Sig. Brancaccio, qual è la storia della vostra azienda?
Eti.Vibra nasce nel 1989 per volontà di mio padre Renato, che lavorava nel settore cartotecnico dagli anni Cinquanta con una tipografia in via Duomo a Napoli fondata insieme ai suoi fratelli: producevano scatole e astucci. Ricordo che io, all’età di 6 anni, quando tornavo da scuola andavo in tipografia e stampavo le buste per il Tribunale di Napoli: muovevo la pedalina come nel famoso film di Totò. Posso dire che il mio lavoro è iniziato come un hobby, mi è sempre piaciuto e per me è prima di tutto una passione.
Come e quando è arrivato ad aprire un’azienda tutta sua?
Ho studiato, prima al liceo poi all’università anche se l’ho interrotta. Nel 1989 ho aperto l’etichettificio servendo principalmente la clientela dell’azienda di mio padre.
Quali erano le prime etichette che ha prodotto?
Liquirizia Amarelli, la famosa liquirizia calabrese, cliente storico dell’azienda di famiglia. Sono state le mie prime etichette, andavano applicate sugli astucci: il bollino garanzia per chiuderli e l’etichetta ingredienti. Poi ci siamo aperti a vari settori merceologici, seguendo l’impronta di mio padre.
Oggi che dimensioni avete?
Non siamo molto più grandi di allora, come azienda e numero di clienti. Ma abbiamo più macchinari e molte più produzioni.
Siamo partiti con due macchine tipografiche Honda, poi sostituite con due semirotative e nel 2016 abbiamo introdotto la prima OMET iFlex. Recentemente, grazie alla preziosa collaborazione dello stimato Andrea Campani, vostro sales manager, che ha curato la trattativa sotto ogni aspetto e in ogni particolare, abbiamo acquistato una nuova iFlex arricchita di diversi optional: 8 colori, gruppo serigrafico, tappeto uscita a fogli per fare anche cartoncino, doppia fustella. Tutte migliorie che ci consentono di soddisfare ulteriori richieste del settore.
Su che produzioni è impiegata la linea OMET iFlex, e che ruolo ha sulla produzione totale?
Al momento copre ben il 70% della produzione. E’ molto semplice da usare, quasi “divertente”: ci lavoro anche io personalmente. La impieghiamo per tutte le nuove produzioni. Abbiamo ancora le semirotative ma le usiamo solo per lavori che ripetiamo. Non ci conviene metterle in funzione per quelli ex-novo, preferisco la OMET che è molto più veloce da preparare e utilizzare. Le tecniche di stampa innovative ed avanzate ci hanno permesso di raggiungere risultati di stampa eccellenti: ora siamo in grado di rispondere ad un mercato sempre più esigente che richiede prodotti di qualità elevata con consegne just-in-time.
Siete in grado di affrontare tirature più consistenti e anche più varie, quindi?
Assolutamente, a saperlo avrei preso prima la OMET. Le caratteristiche che apprezzo di più sono la semplicità di avviamento e l’utilizzo intuitivo. La iFlex è semplice ma altamente tecnologica, inoltre funziona sempre bene e senza intoppi. Se la macchina è fatta bene, è molto più semplice lavorarci. L’ha installata un vostro operatore, bravissimo, a cui voglio fare i complimenti: si chiama Francesco Ghisleni, ha solo 23 anni ma ha coordinato un team di una decina di persone nello smontaggio della vecchia macchina e nel montaggio della nuova con una precisione, una serietà e un ordine lodevoli.
Come avete scelto di investire sul marchio OMET?
Innanzitutto devo dire che in fiera il vostro stand era il numero uno, non mancavo mai di visitarlo. Conobbi OMET nel 93-94 grazie al vostro area manager dell’epoca, con cui nacque un’amicizia. Allora però ci spaventava investire su una rotativa perché data la capacità della macchina, pensavo avesse necessità di grandi volumi di produzione. Invece no: è molto versatile, può gestire tirature brevi da centomila pezzi, o anche meno, con la massima efficacia. Col senno di poi, mi rammarico per non averla presa prima, avrei anche risparmiato sull’investimento delle semirotative e avrei guadagnato in efficienza.
Se in futuro dovrò fare un investimento sicuramente sceglierò un’altra OMET, sono davvero soddisfatto sia per l’utilizzo che per i risultati che mi ha dato.
Avete avuto occasione di sperimentare il customer care OMET? Come vi siete trovati?
Con la macchina precedente è capitato che dovessimo sostituire dei pezzi, tutto sommato si trattava di sciocchezze, ma siamo assolutamente rimasti soddisfatti dell’assistenza. I problemi possono nascere quando utilizzi una macchina, ma l’importante è risolverli e con OMET abbiamo ricevuto risposte veloci e competenti: siamo stati molto soddisfatti.
La macchina OMET è stata determinante per ampliare la vostra gamma?
Sì abbiamo ampliato la gamma e grazie alla versatilità della macchina OMET abbiamo gestito bene il difficile periodo che stiamo attraversando per la pandemia. In generale, questa macchina ha migliorato la nostra vita: prima dovevamo sempre correre per consegnare in tempo, mentre ora siamo molto più celeri e molto più precisi perché la macchina ce lo permette. Prima lavoravamo anche di sabato, ora non c’è più questa necessità perché nella sua semplicità e velocità produce moltissimi lavori diversi con tempistiche eccellenti.
Come ha inciso la pandemia sul vostro giro d’affari?
La reazione a questo periodo dipende molto dai settori di sbocco. Alcuni settori come quelli legati agli eventi ed alle cerimonie – che serviamo attraverso i confettifici, ad esempio – sono completamente fermi e quel che è peggio non si possono fare previsioni per il futuro. I settori alimentari e dei detersivi invece hanno avuto un incremento notevole. Tra i nostri clienti ci sono anche dei fornitori di McDonald’s o di Autogrill, che hanno subito una fortissima battuta d’arresto perché il turismo e il settore dei ristoranti sono bloccati. Tutto sommato si va via a pari, la crisi è molto legata al settore.
Vendete solo sul mercato nazionale o anche all’estero?
Operiamo solo in Italia, prevalentemente al Sud in regioni come Campania e Calabria. Forniamo svariati settori merceologici, per ognuno abbiamo circa 3-4 clienti che seguiamo con dedizione e precisione. Averne pochi non significa semplificare: un’azienda vinicola da sola fa varie tipologie e varie marche di vino, spesso arriva a 30 tipi di etichette. La stessa cosa succede per la cosmetica. E’ già un volume di lavoro notevole.
Nel rapporto con il cliente, su cosa puntate? Offrite servizi aggiuntivi?
Proponiamo ai clienti un servizio completo, vogliamo seguirli dall’inizio alla fine e creare un rapporto di fiducia che duri nel tempo. Oltre all’etichetta possiamo fornire anche la grafica; non siamo uno studio specializzato ma creiamo idee, immagini, etichette che possiamo andare direttamente in produzione. Al 99%, i nostri clienti accettano anche la proposta grafica. Sin dalla prima fase, dedichiamo al cliente attenzione e cura nei dettagli; puntiamo sulla disponibilità, la rapidità nella consegna, la qualità del prodotto e il rapporto qualità prezzo.